Le misure previste dal Decreto Cura Italia dirette alle Partite Iva e ai autonomi, possono essere applicate solo con determinati requisiti. Vediamo quali sono e come funzionano.
Il Decreto Cura Italia ha introdotte molte misure a sostegno dell’occupazione, ma per quanto riguarda le Partite Iva e i lavoratori autonomi il discorso è leggermente diverso. Infatti per tutti i detentori di Partita Iva accedere agli aiuti decisi dal Governo è possibile solo se si rispettano precisi requisiti.
Il Decreto anti coronavirus ha quindi lasciato da parte molti lavoratori autonomi e Partite Iva, in particolare coloro che sono iscritti ad un ordine. Questa decisione ha sollevato un gran polverone, soprattutto perché in questo momento di emergenza anche i detentori di Partite Iva sono allo stremo.
Con i provvedimenti emanati infatti molte attività hanno risentito della situazione, vedendo ridotti anche il fatturato e la liquidità .
In realtà sono presenti nel Decreto Cura Italia anche dei provvedimenti per Partite Iva e lavoratori autonomi, ma oltre ad essere di meno è anche più difficile accedervi. Vediamo quindi quali sono le manovre e quali sono i requisiti per ottenerle.
Decreto Cura Italia, 600 euro per Partite Iva
Il Decreto Cura Italia ha deciso di erogare tramite l’Inps un’indennità non tassabile pari a 600 euro, relativa al il mese di marzo. Potranno beneficiare di questo provvedimento:
- liberi professionisti detentori di Partita Iva
- lavoratori con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co)
- artigiani e commercianti
- lavoratori agricoli, coltivatori diretti, mezzadri e coloni
- stagionali del turismo e di stabilimenti termali
- professionisti dello spettacolo
Tutte queste categorie, per accedere agli aiuti, devono aver attivato la loro Partita Iva almeno all’inizio dell’anno.
Invece restano esclusi dal bonus di 600 euro previsto dal Decreto Cura Italia tutti i lavoratori autonomi titolari di pensione o iscritti a singole Casse. Perciò professionisti come avvocati, commercialisti, ingegneri e architetti, ma anche giornalisti e consulenti del lavoro.
Fondo di ultima istanza
Per tutte le Partite Iva e i lavoratori autonomi iscritti ad una cassa, il Decreto Cura Italia prevede l’accesso al Fondo per il reddito di ultima istanza. Si tratta di un provvedimento varato per venire incontro ai tutti i lavoratori danneggiati dal Coronavirus.
In pratica aiuta tutti quei lavoratori che a causa dell’emergenza hanno cessato, ridotto o interrotto la loro attività lavorativa. Per questo possono beneficiare di questa indennità .
Bisogna dire però che di questo fondo si sa ancora poco, tolto che la sua spesa massima prevista è di 300 milioni di euro. In generale saranno il Ministero del Lavoro e quello dell’Economia ha fissare i criteri e le modalità con le quali si potranno assegnare le indennità previste dal fondo.
Fondo mutui prima casa per Partite Iva
Tra le molte manovre indirizzate a lavoratori autonomi e professionisti dal Decreto Cura Italia possiamo trovare anche la sospensione del mutuo della prima casa. Questa manovra prevede uno stop di nove mesi, ma questa esenzione non è valida per tutti.
Infatti secondo quanto indicato nel Decreto Cura Italia solo le Partite Iva che presentino autocertificazione di un calo del fatturato superiore al 33% potranno fare richiesta di sospensione.
Si tratta però di condizioni difficili da dimostrare soprattutto data la situazione di emergenza e il breve tempo a disposizione per presentare la richiesta.
Congedo per genitori in Partita Iva
Il congedo parentale previsto dal Decreto Cura Italia per le Partite Iva è di 15 giorni se i genitori hanno figli di età non superiore ai 12 anni, o superiore nel caso fossero disabili.
Inoltre, insieme con il congedo, viene anche attribuita un’indennità pari al 50% dello stipendio. Può essere richiesto in modo alternato da entrambi i genitori. La richiesta però è subordinata alla presenza nel nucleo familiare di un altro genitore che benefici di sostegni al reddito.
Questo comprende anche la sospensione o la cessazione del lavoro o, più in generale l’assegno di disoccupazione. Per quanto riguarda i detentori di Partita Iva iscritti all’Inps esiste la possibilità di fare richiesta per un congedo, sempre in presenza di figli al di sotto dei 12 anni, sempre al pari del 50% dello stipendio.
In alternativa al congedo parentale, i lavoratori detentori di Partita Iva, iscritti all’Inps, possono richiedere un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting. Il limite previsto dal Decreto è il medesimo dei lavoratori dipendenti, ovvero un massimo complessivo di 600 euro.
Inoltre la stessa Inps sta studiando un modo per dare una regolamentazione alle modalità per richiedere questo bonus. L’obiettivo finale è quello di comprendere tutti quei professionisti iscritti presso le proprie casse di previdenza.
Sospensione ritenute d’acconto
Uno dei principali aiuti promossi dal Decreto Cura Italia per le Partite Iva comprende la sospensione dell’obbligo di versare la ritenuta d’acconto. Anche in questo caso bisogna fare delle distinzioni.
Infatti possono accedere a questo beneficio i professionisti con Partita Iva e le agenzie che abbiano domicilio fiscale, sede legale o operativa sul territorio nazionale.
Inoltre devono avere dei ricavi non superiori ai 400.000 euro nel periodo di imposta precedente a quello dell’entrata in vigore del decreto stesso. In più bisogna tenere presente che i beneficiari non dovranno aver sostenuto spese per prestazioni di lavoro dipendente o assimilato.
Quindi non devono essersi appoggiati a collaboratori o a prestazioni di terzi. Solo rispettando tutti questi requisiti si potrà usufruire di questi benefici, che ricordiamo riguardano solo i ricavi percepiti durante l’emergenza.
Sospensione termini fiscali e contributivi
Infine le Partite Iva e i professionisti iscritti agli ordini potranno beneficiare della sospensione del versamento di tasse e contributi che scadono nel periodo dell’emergenza Coronavirus.
Nello specifico il Decreto Cura Italia prevede anche la sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi. Questo riguarda i contribuenti che hanno un fatturato fino a 2 milioni di euro e quindi i versamenti Iva, le ritenute, i contributi previdenziali e assistenziali.
Scarica QUI il testo del Decreto Cura Italia per conoscere le norme a sostegno delle famiglie e delle imprese.
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